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本帖最后由 末代华侨 于 2013-5-24 14:02 编辑
VIA PAOLO SARPI,裁判法院驳回ZTL(交通管制区),华人商店雪耻。
市政府决议被暂停,货车可自由出入。 在进入华人街路口的摄像头将保持关闭,货车可以自由在路上畅通无阻的通行。高院驳回了市政府想出的电子监控,用来过滤多年来生活于via SARPI区的经营商业及手工行业批发的商铺的运输交通。八个监控系统,超级缩短了装卸货物的许可时间,大货车TIR不可进入,地图及以前规定的例外,全部的规定将被暂时中止。 【为了避免改变现状和诉讼双方的权益】‘这就是暂停的理由。’ l'Unione Imprenditori Italia Cina (Uniic)中意商联是有理的。这个协会反抗【孤立性法规】就上诉到裁判法院:“我们像意大利人一样被对待了,这是个很大的满足感”ViviSarpi协会并不罢休:“为了这小区能生活,交通管制区是必须的。” 交警每天开出的罚单有150张,这是个平均数,《对峙行为每天强烈持续着》,然而居民批评说对交通的影响几乎是零。
由此设想一个Sarpi区的物流改革:《我们致力于解决一些关键问题,解决过去这几年在这个区蔓延及扩散的批发事业的方法》这是市政委员Franco D'Alfondo和Marco Granelli去年11月16日发布的,当天该局投了赞成票。
ZTL措施理应在2月份就开始实验,然后就被推迟至3月;到最后这些电子设备从来没被激活过;Uniic的申请停止了他们的使用;周二裁判法院第三次审视;昨天提出了暂停法令:《ZTL是一个道路工具,它不可以为了修复故障而被“扭曲”运用》Elia跟Elisabetta Di Matteo解释道,他们是协助第二代华商的律师。《问题是在批发上?市政府应该改变经商政策,放弃管制交通。》
ZTL这个措施就好比是给华人街定制了件礼服:两个小时的装卸货时间,而不是授予米兰其他地区的4个小时。《这是个无法接受的歧视行为》。Sarpi区有46个商家,他们姓Sun、Li、Zhen、Pan跟Zhou(译音问题,我不就翻译了),还有很多Cai,Cao跟Bo,不过起码有三个店商是米兰本地人:Sirtori,D’Ambrosio跟Salvatore先生。
32岁的Francesco Wu将他们聚集在一起,F毕业于米兰理工,目前是Uniic的主席,Associna的协调人,餐馆以及出口意大利制造产品至中国的老板,他说:《市政府没有通知我们,因此并没有想找出一个协议。我们从来没有辩护过不诚实的商人,我们要求,并重申,我们只是希望能和平的生活。工作。跟其他人用同等的工具去克服危机。这是我们的权利,是不是?》。 感谢版主alexzou 、蝴蝶效应 的翻译
http://milano.corriere.it/milano ... 2221278680183.shtml
晚邮报消息
Via Sarpi, il Tar boccia la Ztl
La rivincita dei negozi cinesiSospesa la delibera del Comune. Via libera ai furgoni
Le telecamere agli ingressi di Chinatown resteranno spente. Libero furgone in libere strade. Il Tar ha bocciato la gabbia elettronica studiata dal Comune per filtrare il traffico commerciale e arginare le imprese all'ingrosso che hanno (da anni, ormai) colonizzato la zona di via Sarpi. Otto impianti di videosorveglianza, orari ultra-ridotti per le operazioni di carico e scarico merci, divieto d'accesso ai Tir, mappe e deroghe, tutto il provvedimento è sospeso «per evitare mutamenti nello stato di fatto e di diritto delle posizioni delle parti in causa». Ha avuto ragione l'Unione Imprenditori Italia Cina (Uniic), l'associazione che s'è ribellata alla «ghettizzazione» e ha presentato ricorso al Tar: «Siamo stati trattati da cittadini italiani, è un'enorme soddisfazione». Non si rassegnano i residenti del comitato ViviSarpi: «La Zona a traffico limitato è indispensabile per restituire vivibilità al quartiere».
I vigili urbani staccano 150 multe al giorno, il dato è medio, «l'azione di contrasto è forte e quotidiana», eppure l'impatto sul traffico è nullo, o quasi, e comunque criticato dagli abitanti. Partiva da questo presupposto la riforma della logistica nel quadrante di Sarpi: «Siamo impegnati a risolvere alcune criticità legate al modo con cui, negli anni passati, si sono diffuse e stratificate le attività all'ingrosso nella zona», avevano annunciato gli assessori Franco D'Alfonso e Marco Granelli, era il 16 novembre scorso, il giorno in cui la giunta aveva votato delibera.
La sperimentazione della Ztl sarebbe dovuta partire a febbraio, poi è slittata a marzo; alla fine i dispostivi elettronici non sono mai stati attivati; il ricorso dell'Uniic ha fermato l'iter fino all'udienza; martedì si è riunita la Terza sezione del Tar; ieri è stata depositata l'ordinanza di sospensiva: «La Ztl è uno strumento viabilistico, non può essere "distorta" per riparare altri guasti - spiegano Elia ed Elisabetta Di Matteo, gli avvocati che hanno assistito gli imprenditori cinesi di seconda generazione -. Il problema è l'ingrosso? Il Comune modifichi il piano del commercio, lasci stare il traffico».
Il provvedimento della Ztl ritagliava un abitino di regole su misura per Chinatown: due ore e mezza di carico e scarico merci anziché le quattro ore concesse al resto di Milano. «È una discriminazione inaccettabile», sostengono i promotori del ricorso. Sono 46 imprenditori di zona Sarpi, si chiamano Sun e Lizhen, Pan e Zhou, ci sono molti Cai, Cao e Bo, ma almeno tre negozianti sono milanesi-milanesi, i signori Sirtori, D'Ambrosio e Salvatore. Li tiene insieme Francesco Wu, 32 anni, laureato in ingegneria al Politecnico, presidente dell'Uniic e coordinatore di Associna, ristoratore ed esportatore del made in Italy nella Repubblica Popolare: «Il Comune non ci ha convocato, e dunque non ha voluto trovare un accordo. Noi non abbiamo mai difeso gli imprenditori disonesti, abbiamo chiesto e ribadiamo di voler solo vivere in tranquillità. Lavorare. Affrontare la crisi ad armi pari con gli altri. È un nostro diritto, no?».
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