Daniele Nalbone30 gennaio 2014
Brebemi, l'autostrada aprirà a luglio ma senza pompe di benzina
„Le chiavi di lettura sono due. Scegliete voi a quale opzione "aderire" dopo aver appreso che i 62 chilometri di tracciato che collegheranno Brescia a Bergamo a Milano saranno privi di pompe di benzina. La prima, politically correct: in tempo di crisi anche le compagnie petrolifere sono in difficoltà. La seconda, propria di chi è sempre un po' "malpensante" è che la Brebemi sia veramente, come hanno sempre dichiarato i comitati dei territori attraversati ("devastati") dalla grande opera, un'autostrada inutile.
O meglio, inutile a chi ogni giorno percorre la provincia tra Brescia, Bergamo e Milano ma utile a chi con le autostrade - con il cemento "orizzontale" - riesce a muovere grandi capitali. Per la Brebemi parliamo di veri e propri (come sempre in questi casi) colossi della finanza italiana chiamati a investire i propri capitali per l'opera: Intesa San Paolo, Banca innovazione infrastrutture e sviluppo (sempre gruppo San Paolo), Ubi, Banco di Brescia, Credito Bergamasco, Banca di credito cooperativo di Treviglioa, Unicredit, Monte Paschi Siena, Ubi, Credito bergamasco e la pubblica Cassa depositi e prestiti.
A gestirla saranno Autostrade Lombarde SpA, azienda che ha come soci Autostrada Brescia-Verona-Vicenza-Padova, Autostrade Centropadane, Milano Serravalle - Milano Tangenziali, il colosso della public utility lombarda A2A, associazioni industriali, camere di commercio ed enti locali.
NIENTE BENZINA - Come detto, anche l’ultima gara per la concessione delle stazioni di servizio è andata deserta. La notizia, riportata ieri dal Corriere della Sera, "è stata resa nota durante il sopralluogo organizzato dall’assessorato ai Lavori pubblici di Treviglio nel tratto dell’autostrada che scorre sul suo territorio. A inizio gennaio Brebemi aveva prolungato il bando per l’assegnazione di uno dei due autogrill di Caravaggio e delle due relative stazioni di servizio. Il 23 sono state aperte le buste e la società ha ricevuto una sola richiesta per il servizio di ristoro. Nessuna invece per le pompe di carburante".
Apriremo anche senza - spiega al Corsera l’ingegner Luigi Zamper, direttore per gli affari generali di Brebemi - visto che ci sono già esempi di autostrade prive di pompe di carburante. Probabilmente è la crisi economica a frenare l’interesse.
In pratica, gli operatori - il "mercato" - hanno deciso di aspettare e verificare i reali flussi di traffico della nuova autostrade a regime. Se convenienti, si potrà sperare in qualche compagnia petrolifera interessata altrimenti meglio controllare di avere sufficiente carburante per percorrere il tracciato che sarà completato il 25 aprile e inaugurato il primo giorno di luglio.
"PRIMO FALLIMENTO" - Durissimo il commento di Legambiente che tramite Dario Balotta attacca: "Per la Brebemi è già l'ora del primo fallimento, quello della gara per i distributori di benzina. I petrolieri non hanno investito semplicemente perché temono di non veder rientrare l'investimento. E una ragione c'è: ora infatti esistono due autostrade l'una affiancata all'altra, situazione impensabile fino a qualche anno fa: la A4 e la Brebemi sono parallele, e la Brebemi consente di arrivare da Brescia a Milano solo cinque minuti prima"
POLEMICA SUI COSTI - E' sempre Legambiente a fare i conti: "I costi di costruzioni della nuova autostrada si sono rivelati più alti del previsto, addirittura il triplo! Un miliardo e mezzo di euro in tutto, senza contare gli interessi, per non parlare della ferita recata all'ambiente. Ci sono anche problemi specifici: se la nuova autostrada aprisse a luglio sarebbe senza il collegamento finale con la tangenziale di Milano, tra Segrate e Melzo. Questo collegamento dovrebbe eseguirlo la Serravalle ma finché non sarà realizzato rallenterà il traffico tanto da far perdere ai viaggiatori anche quei cinque minuti che hanno guadagnato scegliendo la Brebemi e non la A4. Da dieci anni Serravalle incassa gli aumenti dei pedaggi ma non ha ancora realizzato questo tratto interurbano.
I casi allora sono due: o il mercato non crede a questo investimento e allo sviluppo della mobilità su strada, o la Brebemi ha talmente bisogno di soldi, per ripagare i debiti generati dai costi di costruzione che ha tenuto altissime le commission fee e le royalties sul carburante al punto da scoraggiare tutti i colossi petroliferi".