Aveva raccontato su Facebook che un suo amico aveva trovato un microchip canino in una pietanza che gli era stata servita durante una cena in un ristorante cinese a Vigevano. Per questo, l'uomo era dovuto andare in ospedale per una lavanda gastrica. Ma non era vero, e la donna è stata denunciata.
Gruppi che si sono definiti animalisti o amici degli animali e giornalisti in cerca di maggiori dettagli avevano scatenato una discussione sul social network e la donna, per rispondere a chi definiva la vicenda una ''bufala'', aveva aggiunto altri particolari per renderla credibile.
Fino a quando il ristoratore cinese, 39 anni, ha presentato denuncia, stanco della cattiva pubblicità che si era abbattuta sul suo locale. I carabinieri di Vigevano hanno quindi verificato l'infondatezza della notizia e identificato B.T., artigiana, 31 anni, di Vigevano, che è stata denunciata per diffamazione aggravata a mezzo Internet. 24/03/14
Milano, 24 mar. (Adnkronos) - Scrive su Facebook che in un ristorante cinese della sua zona un suo amico avrebbe ingerito un microchip canino dopo una cena e, per questo, sarebbe stato sottoposto a una lavanda gastrica. Era una bufala e T.B., 32 anni e residente a Vigevano, viene deferita in stato di libertà per il reato di diffamazione aggravata a mezzo internet. A querelarla era stato il titolare del ristorante cinese, un 39enne del luogo, a cui il racconto diffamatorio aveva causato non pochi danni: oltre alla pubblicità negativa, nel suo locale sarebbero arrivati curiosi, animalisti e giornalisti a caccia di altri dettagli.
Gli accertamenti dei carabinieri di Vigevano hanno consentito di stabilire l'infondatezza della notizia anche se T.B. avrebbe "reiterato il comportamento diffamatorio", scrviendo ancora su Facebook e rispondendo con altri dettagli a chi la accusava di aver scritto una menzogna.