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发表于 2013-11-22 21:39:30
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via Martiri della Libertà
Una famiglia cinese, residente a Padova, sbarca a Treviso con un maxi store di abbigliamento made in Italy in via Martiri della Libertà. Si chiama «Miracle» ed è l’ultimo arrivato in centro storico: abbigliamento a basso costo, personale con gli occhi a mandorla. «Ma tutti i capi sono prodotti in Italia - spiega il titolare Su Hua Xu -, è merce di qualità». La comunità cinese fino ad ora ha aperto solo piccole attività commerciali in centro, come un negozio di abbigliamento in via Manin e minuscoli bazar di alimentari e oggettistica; fuori e dentro le mura ci sono i ristoranti etnici; al mercato settimanale ci sono diverse bancarelle, ma la famiglia Xu ha voluto fare un passo in più. Ha scelto una via centralissima a due passi dalle piazze principali per sfidare la crisi e cercare fortuna, e punta su capi realizzati sul territorio, come parte degli accessori.
Fino a un paio d’anni fa quello spazio era occupato da Prenatal, che ha scelto di lasciare il centro storico per superare i problemi del caro affitti e dei parcheggi, optando per un nuovo negozio fuori città. «Abbiamo sentito anche noi la crisi del commercio e dei consumi, dal 2009 abbiamo un negozio a Mestre - spiega Lina, 21enne figlia del titolare -. Soprattutto nell’ultimo anno abbiamo sentito le difficoltà del settore, ma per andare avanti bisogna investire e cercare strade nuove, e siamo venuti a Treviso». Lo svuotamento del centro storico e l’addio di tante attività di questi mesi non scoraggiano la famiglia, in Italia da 12 anni, che due settimane fa si è insediata in questo spazio commerciale deserto ormai da parecchi mesi, dislocato su più livelli e molto ampio. Il sabato il negozio è un brulicare di gente; durante la settimana invece è dura, come per tutti a Treviso.
«Abbiamo aperto da poco, aspettiamo di vedere come procede - continua Lina - ma se le cose dovessero andare bene avremo anche bisogno di assumere e cercheremo ragazzi che possano entrare nell'organico». Su come scegliere il personale, in casa ci sono divergenze di opinione: «Io vorrei che con noi lavorassero persone del luogo, giovani trevigiani - afferma la ragazza -. I miei genitori hanno una mentalità diversa, per loro sarebbe meglio collaborare con altri connazionali, ma il dialogo è aperto, ci penseremo quando dovremo affrontare nel concreto la questione. I rapporti con l'Italia stanno migliorando, c'è sempre più apertura». E così ogni mattina fanno la spola da Padova a Treviso: «Se le cose andranno bene potremmo pensare anche di trasferirci, ma andiamo per gradi».
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