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Allarme per le sigarette elettroniche Trovati metalli pesanti nei liquidi
13/06/2013
Nuovo allarme sulle sigarette elettroniche: piombo, cadmio, cromo e arsenico sono alcuni dei metalli pesanti, tossici o peggio cancerogeni, presenti nei sei liquidi per e-cig che il settimanale «il Salvagente» ha fatto analizzare dal dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli e che denuncia in un ampio dossier sul settimanale da oggi in edicola. «I valori sembrerebbero molto elevati, in special modo per il campione Louisville, nel quale la concentrazione di arsenico sarebbe più elevata di quella ammessa per l’acqua potabile. Valuteremo attentamente», spiega Raffaele Guariniello, il procuratore di Torino che da tempo indaga sulle sigarette elettroniche e sui relativi liquidi di ricarica e che, a seguito delle analisi, ha aperto un nuovo fascicolo di indagine.
Interviene il Codacons, che chiede controlli e sequestri a tappeto in tutta Italia: «In attesa di una normativa che regolamenti il settore delle e-cigarettes, nel quale regna il vero e proprio caos, il Ministero della Salute e i Nas devono compiere analisi a tappeto su tutti i liquidi per sigarette elettroniche venduti in Italia, acquisendo i prodotti all’interno dei tanti punti vendita in franchising presenti sul territorio», afferma il Presidente Carlo Rienzi. «Tutti i liquidi contenenti sostanze pericolose per la salute devono inoltre essere ritirati dal commercio con effetto immediato, sulla base del principio di precauzione e a tutela dei consumatori».
Pronta la replica dei produttori: «Qui in Italia - precisa all’AGI Massimiliano Mancini, presidente dell’associazione nazionale fumo elettronico (Anafe) - lavoriamo con elevati standard di sicurezza, i nostri prodotti sono sicuri e rappresentano l’80% del mercato». «Poi certo - prosegue Mancini - ci sono i prodotti importati dall’estero, spesso senza controlli, che magari costano meno ma che possono presentare dei rischi, per la nostra come per tutte le altre categorie merceologiche. Arrivano da Cina, Polonia, India, Croazia, Russia... Un import selvaggio facilitato dalla mancanza di regole. I consumatori scelgano il prodotto cercando i marchi più noti, tracciabili, con tutte le informazioni sull’azienda, piuttosto che magari rivolgersi a siti internet dietro cui non si sa chi si celi, per risparmiare qualche euro». |
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