La confezionista è volata in Cina e ha offerto 110.000 euro alle famiglie degli operai morti Strage del Macrolotto: le indagini della polizia di Prato hanno accertato che Lin You Lan ha promesso un risarcimento prima di essere arrestata, ma le salme delle vittime sono ancora bloccate all’obitorio dal veto dei parenti di Paolo NencioniI parenti degli operai morti nell'incendio
PRATO. Centodiecimila euro per ogni famiglia. Questo il risarcimento versato, o solo promesso, da Lin You Lan ai parenti dei sette operai cinesi morti nell’incendio della confezione Teresa Moda, lo scorso 1° dicembre in via Toscana. Lo ha accertato la squadra mobile della polizia nel corso delle indagini che giovedì 20 marzo hanno portato all’arresto della donna, 42 anni, insieme alla sorella Lin Youli, 39 anni, al cognato Hu Xiaoping, 40 anni, e ai due proprietari italiani del capannone, i fratelli Massimo e Giacomo Pellegrini, di 47 e 41 anni.Secondo quanto ricostruito, e poi confermato da alcuni dei parenti degli operai morti, subito dopo l’incendio Lin You Lan - scomparsa per alcune settimane dopo la strage e poi rientrata a Prato - è volata in Cina e si è messa in contatto con le famiglie delle vittime, alle quali avrebbe promesso 110.000 euro a testa. Una cifra enorme se paragonata al reddito medio cinese, ma che evidentemente le sorelle cinesi erano in grado di pagare coi guadagni realizzati a Prato.Secondo quanto risulta alla squadra mobile, il Consolato cinese di Firenze, davanti al quale i parenti delle vittime hanno inscenato una manifestazione di protesta lo scorso 8 gennaio (cui seguì il 28 gennaio un’analoga manifestazione davanti all’Ambasciata di Roma), sarebbe stato al corrente degli accordi economici raggiunti in Cina, ma non ne ha mai informato le autorità italiane.La questione assume una certa rilevanza anche perché potrebbe sbloccare una situazione che sta diventando grottesa, quella dei mancati funerali di sei delle sette vittime dell’incendio, i cui corpi sono ancora bloccati all’obitorio dell’ospedale, in attesa che i familiari diano alla Pubblica Assistenza il via libera alla cremazione. Finora i parenti hanno fatto capire che non avrebbero dato il consenso ai funerali fin quando non fossero stati risarciti, ma se davvero un accordo è stato trovato, a questo punto i funerali potrebbero essere fatti.Per contattare l'autore dell'articolo: [email protected] Twitter @NencioniP22 marzo 2014
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