«Tornatene nel tuo Paese». Poi una serie di pugni, a renderlo irriconoscibile ai suoi figli. Il volto tumefatto, la voglia di raccontare la sua verità. «Mi hanno ammanettato e poi picchiato, sono stati i vigili urbani». Voleva solo andare a fare la spesa, ora invece Oviawe Prensley, 49enne nigeriano che vive in Italia da oltre 20 anni, ha denunciato un’aggressione da parte dei vigili urbani di Padova.
Lui, un omone alto quasi due metri, che da sei anni lavora come steward in Fiera e, giura, «non ho mai commesso reati. Amo l’Italia, è diventata il mio Paese. Ma oggi mi vergogno di stare qui».
Capelli rasati, barba lunga, un maglioncino arancione e il volto segnato dalle ecchimosi, Prensley racconta di essere stato colpito più volte, senza un perché. Erano le 16.30 di mercoledì pomeriggio. Prensley era sull’autobus, linea 22. Quando il controllore, in Prato della Valle, gli ha chiesto di mostrargli il biglietto si è accorto che era stato obliterato due volte. «Avevo detto che potevano farmi la multa, invece hanno visto una pattuglia dei vigili e mi hanno fatto scendere».
Lì, secondo la sua versione, è iniziata la sua odissea. Un agente della polizia municipale l’avrebbe ammanettato, schiacciato contro un muro e picchiato al volto. «Mi hanno fatto anche cadere - ribadisce Prensley - e messo i piedi sulla schiena. Non riuscivo a respirare. Tre o quattro vigili, c’era anche una donna. Poi mi hanno portato al comando e chiuso in una cella per oltre un’ora, ammanettato. Il comandante ha visto le mie ferite e ha deciso di chiamare un’ambulanza, che mi ha portato in ospedale». L’uomo è stato denuncia per resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamenti. «E’ da vent’anni che vivo a Padova, ma gli stranieri non hanno diritti qui».
Il caso ricorda il pestaggio di Emanuel Bonsu a Parma, costato agli aggressori condanne da due anni e dieci mesi fino a quasi sei anni. La versione di Prensley cozza con la ricostruzione fornita dai vigili: «E’ caduto da solo». Il comandante dei vigili urbani Lorenzo Panizzolo esibisce il verbale stilato dai suoi agenti dopo l’episodio. Si legge di un tentativo di fuga dell’uomo. Avrebbe dato lui inizio a una lite «durante la quale aggrappandosi a un’inferriata di una finestra di un fabbricato vicino perdeva l’equilibrio e lì picchiava il volto, cominciando a sanguinare». Prima di essere ammanettato, l’uomo avrebbe cercato di divincolarsi, colpendo gli agenti con gomitate, calci e pugni.
Ed ecco arrivare un doppio referto medico, secondo il quale due agenti coinvolti avrebbero una prognosi di sette giorni ciascuno. L’associazione Razzismo Stop annunciando di voler assistere Prensley come parte civile nell’eventuale processo. Il nigeriano ha sporto denuncia suffragando la propria versione con il referto medico: quindici giorni di prognosi per le ecchimosi al volto: «Per quelle ferite i miei figli non sono riusciti a riconoscermi».
LA STAMPA报2014年4月11日PADOVA消息:一名外国移民控诉“被交警狠揍”,因脸上受到拳打都认不出相貌了,而警员称是这男子意图逃跑而摔倒受伤的。