Immigrati in fila per regolarizzarsi in Questura
PRATO. Una coppia pratese garantisce per una nigeriana di 25 anni affermando che fa la badante per regolarizzare la sua posizione in Italia. In realtà, poi risulta che l’attestazione era falsa. Un’altra coppia, sempre pratese, afferma che due cinesi prestavano servizio come domestici, ma poi si scopre che la coppia è pressocché nullatentente e certo non può permettersi di pagare quel servizio.
Si sono fatti serrate in questi giorni le verifiche dell’Ufficio immigrazione della Questura di Prato sulle pratiche di emersione da lavoro irregolare e su procedimenti di rilascio di permessi di soggiorno per motivi di protezione internazionale, presentate da cittadini stranieri. E i risultati sono subito arrivati.
Il primo caso vede protagonisti una coppia di garanti italiani, rispettivamente di 38 e 48 anni, che si prestano a fornire false dichiarazioni a favore di una venticinquenne nigeriana, affermando che la stranera era impiegata come domestica. Le verifiche compiute nell'abitazione pratese dove la centroafricana avrebbe dovuto esercitare l'attività lavorativa, davano tutte esito negativo, emergendo chiaramente la falsità delle dichiarazioni fornite in sede di regolarizzazione. Per i tre protagonisti della vicenda è scattata la denuncia per i reati di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, false attestazioni a pubblico ufficiale sull'identità o qualità personali e truffa in concorso.
Si passa poi a un’altra vicenda che ha come protagonisti una coppia di coniugi pratesi di 63 e 59 anni. Quasi nullatenenti e in stato di indigenza economica, hanno dichiarato di poter garantire per due cinesi di 37 e 33 anni, affermando di averli assunti come domestici. In realtà la trentatreenne cinese lavorava in un centro massaggi di Pordenone e neppure l’altro cinese aveva mai lavorato come domestico dai coniugi pratesi. I due garanti pratesi sono stati denunciati per falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico, false attestazioni e truffa in concorso. Ai due cinesiè stata contestata solo la sospetta truffa in concorso.
Una prima vicenda riguarda il caso di un ventisettenne cinese che cerca di approfittare della sanatoria del 2012 per regolarizzare la sua posizione giuridica in Italia, sulla base delle indicazioni fornitegli da un imprecisato suo connazionale, dimorante in Sicilia, che gli riferisce informalmente della possibilità di acquisire un titolo di soggiorno grazie alle compiacenti dichiarazioni di garanzia di una ottantatreenne italiana, residente in provincia di Ragusa, verso pagamento di un somma iniziale di circa 1.000 euro, al quale sarebbe poi dovuto seguire il saldo, a permesso di soggiorno ottenuto, di altri circa 7.000 euro, da versare direttamente all'intermediario orientale.
L'attività investigativa della squadra espulsioni dell'Ufficio immigrazione pratese, ha permesso di smascherare la falsità della regolarizzazione, con il ventisettenne cinese, che aveva comunque già versato l' acconto al connazionale dei primi 1.000 euro, pertanto denunciato in stato di libertà per i reati di falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico e truffa, in concorso con il connazionale. L’ottantraenne italiana è stata denunciata. Analoghe denunce sono state fatte dalla polizia a carico di un cinese di 31 anni, un’ucraina di 32 anni e un albanese di 22.
12 giugno 2014