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本帖最后由 米兰之hui 于 2013-1-12 01:32 编辑
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La crisi colpisce anche le aziende cinesi. Matteo Ye: “A Prato il 30% ha chiuso i battenti”. Milone: “Chiudono anche per i nostri controlli”10 Gennaio 2013 Categoria: Cronaca, Economia, Primopiano, Vita in città
“A Prato circa il 30% delle attività gestite da cinesi ha chiuso a causa della crisi”. A dirlo è Matteo Ye (nella foto), portavoce della comunità cinese di Prato, la seconda più numerosa d’Italia dopo Milano, e seguita da quella della Capitale. Qui la stragrande maggioranza degli orientali sono occupati nel tessile. “Il comparto più colpito è quello del pronto moda, e anche i ristoranti vengono colpiti, la gente ha meno soldi e rinuncia ad andare a mangiare fuori casa”, spiega Ye in un’intervista all’Adnkronos. Chi è costretto a chiudere la sua attività o resta senza lavoro “se ne torna in Cina, oppure emigra in Sudamerica, in Africa o in altri Paesi extraeuropei – illustra il portavoce della comunità cinese di Prato – Chi non sa come fare, resta qui in attesa di tempi migliori, come mio cognato che è senza lavoro da sei mesi. Anche la mia attività di traduzione e assistenza pratiche sta conoscendo la crisi”.
Sui numeri forniti da Matteo Ye interviene l’assessore alla Sicurezza Aldo Milone che rivendica come molte chiusure siano state determinate anche dai capillari controlli efefttuati dal gruppo interforze.
“Dalla dichiarazione di Matteo Ye – dice Milone – emerge che il 30 per cento delle aziende cinesi avrebbero cessato la loro attività perché colpite dalla crisi economica. Se questo dato corrispondesse al vero dobbiamo allora desumere che almeno un altro 30 per cento ha chiuso l’attività a causa dei controlli del gruppo Interforze, visti i numerosi sequestri effettuati e i dati recentemente riportati che lo dimostrano. Almeno che il signor Ye non attribuisca tutta la colpa delle chiusure alla crisi escludendo l’intesa attività di controllo del già citato gruppo Interforze”.
“Alla luce di quanto detto – prosegue Milone – si deve evincere che almeno il 60 per cento delle aziende cinesi, comprese quelle chiuse dopo i quasi quotidiani controlli, hanno cessato la loro attività sul nostro territorio. Un dato sicuro, anche se poco attendibile, lo può fornire solo la locale Camera di Commercio. La scarsa attendibilità dipende dal fatto che i titolari delle aziende , e mi riferisco a quelle sequestrate dopo l’intervento, raramente con altrettanta solerzia procedono alla cancellazione delle proprie ditte presso il suddetto ente. Quindi spesso risultano ancora iscritte nonostante il sequestro operato, forse nella speranza di poter riprende l’attività in qualche altro Comune”.
http://www.notiziediprato.it/2013/01/la-crisi-colpisce-anche-le-aziende-cinesi-matteo-ye-a-prato-il-30-ha-chiuso-i-battenti/
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