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本帖最后由 alexzou 于 2014-2-23 20:31 编辑
PRATO媒体2014年2月23日爆料:他们活着的时候是幽魂,死了后还是幽魂。自12月1日PRATO惨案VIA TOSCANA的TERESA MODA火灾里死了的七名工人都83天了,快三个月了,还没能有一个体面的葬礼。只有他们中的其中一位董文秋,在过去的1月13日举办了葬礼,那是因为他老婆签证到期了必须要回国。尸体或者说剩余的残骸还躺在停尸间里,等待家属同意举办葬礼。
剩余的6名死者的家属还在坚持,他们驻扎在VIA VALE D' AOSTA的一家服装公司里。他们想要得到赔偿,在得到钱之前不准备举办葬礼。检察官许可批复已经有一段时间,且以过失灾难罪对两名意大利人和4名华人进行的调查已经完成。没有家属在场的话,负责办葬礼的公共服务部门什么也也办不了。最近几个星期有许多华人协会和律师帮助这些华人但是还是没有任何实质性的进展。而上次大区主席罗西ENRICO ROSSI说的要给遇难的华人工人家属一笔钱作为赔偿的,也就是从工伤死难的基金里出的钱也没任何消息,也就不了了之了。
一个超现实主义的故事,这已经是一个个案。聚焦在这起,曾风靡各大媒体的惨案上的聚光灯被熄灭后,在这起事件上或许分离出两种文化,西方和中国的差异。东方人要讨回公道,并声称要求得到补偿(可能是两件事情在他们的概念重叠)不考虑正义的延迟,这不是几周甚至不是几个月的事,并有可能获得廉价饮食(这家被烧的公司明面上老板早就失踪了)。
而同时那些从中国出来的受害者家属他们也会有变成幽魂的可能,因为他们的签证已经快要到期了。惨案后没几天那些家属们曾称会留在意大利,或许他们的留下替代死去的人的位置,也是一种变相的补偿吧。 ---意大利华人街网站alexzou独家编译
【新闻版权归原网站所有,转帖请注明出处,转载翻译只供分享,如有出入请只看原意大利文】
相关事件报道帖:PRATO一家华人企业起火,现已7人死亡,3人受伤【合并帖】。
http://www.huarenjie.com/thread-2534994-1-1.html
(出处: 华人街网)
PRATO惨案,火情或许是一个非法改建的厨房引起的。
http://www.huarenjie.com/thread-2540434-1-1.html
(出处: 华人街网)
PRATO惨案,俩火灾中受伤的华人情况好转:其中一名不需插管
http://www.huarenjie.com/thread-2543855-1-1.html
(出处: 华人街网)
PRATO惨案:我老婆ZhengXiuping是为我替工而死的,不是非法移民
http://www.huarenjie.com/thread-2551167-1-1.html
(出处: 华人街网)
PRATO12.1惨案后继无人关注,家属无依无靠暂居一厂房里。
http://www.huarenjie.com/thread-2765473-1-1.html
(出处: 华人街网)
PRATO一家华人企业起火,至少一人死亡。
http://www.huarenjie.com/thread-2535004-1-1.html
(出处: 华人街网)
PRATO华人天主教会为12.1火灾遇难者举行祈祷会
http://www.huarenjie.com/thread-2573593-1-1.html
(出处: 华人街网)
PRATO12.1惨案受害者之一董文秋先生告别仪式
http://www.huarenjie.com/thread-2696965-1-1.html
(出处: 华人街网)
Sei morti all'obitorio da quasi tre mesiPrato, la surreale vicenda di sei delle sette vittime dell’incendio alla Teresa Moda: i familiari non danno il via libera ai funerali
PRATO. Erano fantasmi in vita e lo sono anche nella morte. Sono passati 83 giorni, quasi tre mesi, dalrogo della Teresa Moda nel quale lo scorso 1° dicembre sono rimasti uccisi sette operai cinesi in via Toscana, e ancora le salme non hanno trovato una degna sepoltura. I corpi, o quello che ne resta, sono fermi all’obitorio, in attesa che i parenti diano il via libera alla cremazione. Solo uno di loro,Dong Wenqiu, ha ricevutol’ultimo saluto, lo scorso 13 gennaio, ma solo perché alla moglie scadeva il visto e aveva bisogno di rientrare in Cina. I parenti degli altri sei, accampati in un pronto moda di via Val d’Aosta, tengono duro. Vogliono essere risarciti, e fino a quando non vedranno i soldi sembra non abbiano intenzione di dare l’ok ai funerali. Il via libera della Procura, terminati i rilievi tecnici legati all’inchiesta per disastro colposo nella quale sono indagati due italiani e quattro cinesi, è già arrivato da tempo, ma senza quello dei familiari anche la Pubblica Assistenza, che curerà la cerimonia, ha le mani legate. Nelle ultime settimane ci sono stati diversi contatti tra l’associazione e l’avvocato che assiste i cinesi, senza risultati concreti. Sondaggi sono stati fatti anche con la Regione, ma al momento l’idea lanciata a fine gennaio dal presidente Enrico Rossi di concedere un contributo ai parenti dei sette cinesi morti, attingendo da un fondo di solidarietà per le vittime degli incidenti sul lavoro, non sembra essersi concretizzata. In sostanza non se n’è saputo più nulla. Una vicenda surreale, che è già un caso. Spenti i riflettori sulla tragedia che per qualche giorno aveva conquistato la ribalta dei mezzi d’informazione, in questa storia si misura forse la differenza che ancora separa le due culture, quella occidentale e quella cinese. Gli orientali vogliono giustizia e pretendono di essere risarciti (probabilmente le due cose si sovrappongono nella loro concezione) senza tener conto dei tempi della giustizia, che non sono di settimane e nemmeno di mesi, e della possibilità concreta di ottenere un ristoro economico (la titolare formale dell’azienda bruciata è sparita). Nel frattempo alcuni dei parenti, quelli venuti dalla Cina, rischiano di diventare fantasmi alla stessa maniera dei morti che sono venuti a piangere, perché il visto d’ingresso in Italia è destinato a scadere. Ma forse l’hanno messo in conto: nei primi giorni dopo la tragedia qualcuno di loro disse che avrebbe voluto restare in Italia, prendere il posto di quelli che erano morti. Anche questa forse per loro sarebbe una forma di risarcimento. Paolo Nencioni ©RIPRODUZIONE RISERVATA 23 febbraio 2014
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