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本帖最后由 alexzou 于 2014-6-24 11:41 编辑
Gli notificano sfratto e si toglie la vita buttandosi dal balconeDramma in città: l'uomo avrebbe compiuto il gesto estremo dopo la visita dell'ufficiale giudiziario ( FOTO)
Reggio Emilia, 23 giugno 2013 - Dramma della disperazione questa mattina in città. Un disoccupato, agente di commercio 63enne, si è tolto la vita gettandosi dal balcone di casa in via Fratelli Rosselli . Secondo le prime informazioni, stamani gli ufficiali giudiziari hanno suonato per notificare uno sfratto concordato da un mese perché l'uomo non riusciva a far fronte alla pigione (FOTO). Ma quando gli ufficiali sono andati via per attendere in strada il proprietario dell'immobile l'uomo si è gettato dalla finestra lasciando un biglietto d'addio per i suoi cari. Sul posto le ambulanze (ma per il poveretto non c'era nulla da fare) e i carabinieri per le prime indagini. IL RESTO DEL CARLINO/LA GAZZETTA DI REGGIO新闻网2014年6月23/24日REGGIO EMILIA消息:当日上午城市里发生一起绝望的悲剧。一名63岁失业的推销员,从位于VIA FRATELLI ROSELLI的住家阳台跳下自杀身亡。根据初步调查,死者叫Erio Boldrini,本来这天约好是作为驱逐出租来的房子的移交手续的最后一天。这件事因为死者一直欠费,而有一段时间的驱逐程序已经进入最后阶段,而且谈判一直很顺利,死者生前也称另有安排了。当这日上午大约9点30分执达吏来按响门铃后,他下来聊了几句,然后在等待房东和律师来移交钥匙时,借口上楼收拾一下私人物品,这很正常,所以执达吏也没怀疑。当房东俩夫妇老人家跟律师来到后与执达吏一起上了这栋位于via Fratelli Rosselli 5号,内部17单元的住家,在4楼,乘电梯上去,发现敲门没反应,喊也没人应,钥匙在门上,于是他们就进入内部看,房间里没人,以为是当他们乘电梯上来时这Erio Boldrini(死者)走楼梯下楼了。于是就上阳台往下看是不是在楼下了,发现他躺在地面上,并有一滩血迹。明显是跳下去了。于是执达吏就大喊呼救,并跑下楼同时呼叫118救护车。但是晚了,他的心脏已经停止跳动了。 现场来了宪兵介入调查,初步调查死者上楼是在楼梯口还遇到邻居和他女儿,跟往常一样礼貌的打招呼,面带微笑,无论是脸上和声音根本看不出听不出有什么不对劲。然后却在住家的阳台上用椅子踮起来跳下楼,了结此生。这事根本没想过会是这样的结果、、、、、、 ---意大利华人街网站alexzou编译
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Lo sfrattano da casa lui si getta dal balconeDisoccupato di 63 anni si uccide all’arrivo dell’ufficiale giudiziario Diceva di avere trovato un altro alloggio, in realtà non sapeva dove andare di Elisa Pederzoli
REGGIO EMILIA L’appuntamento è concordato già da un mese. “Sfratto esecutivo” c’è scritto sulle carte. Ma è una “riconsegna spontanea”, come si dice in gergo. Nessuna resistenza, nessuna protesta. L’iter, dopo le ripetute morosità, ha fatto il suo corso. E lui ha mostrato di averlo accettato di buon grado. Anzi, ha fatto sapere di aver già trovato un’altra soluzione. Per questo, il clima è sereno. Cordiale. Invece, quando l’ufficiale giudiziario e i proprietari dell’appartamento con l’avvocato lo stanno raggiungendo al quarto piano lui prende la sedia, la appoggia alla ringhiera del balcone, vi sale sopra. Poi, si butta di sotto. E’ morto così Erio Boldrini, disoccupato di 63 anni. Vittima di un gesto estremo che nessuno ha saputo prevedere. Che nessuno è stato in grado di fermare. Nel giorno in cui doveva abbandonare la casa dove per quasi vent’anni aveva vissuto con i genitori e, fino a un anno fa, lui solo con l’anziana madre Luigia. LO SFRATTO. Sono le 9.30 di ieri quando al civico 5, interno 17, di via Fratelli Rosselli, l’ufficiale giudiziario suona. Erio Boldrini scende. Lo aspettava. Appare sereno, tranquillo come al solito. I due si scambiano qualche battuta. Devono ancora arrivare i proprietari. Poi, bisognerà fare qualche firma, consegnare le chiavi. E lasciare l’alloggio. Boldrini dice che nell’attesa torna su. Perchè deve ancora radunare le sue ultime cose. L’ufficiale giudiziario non lo trova strano. E resta davanti al portone in attesa degli altri. Erio Boldrini sale facendo le scale. Durante il tragitto incrocia anche un vicino con la figlia. Lo saluta cordialmente, come sempre. Né dal suo volto, né dal suo tono di voce trapela qualcosa di stonato o insolito. Intanto, da Parma arrivano gli anziani proprietari di casa con il loro legale. E insieme all’ufficiale giudiziario salgono. Quando arrivano all’alloggio, la porta è chiusa. Ma sulla toppa ci sono le chiavi. Bussano. Chiamano. Entrano. Di Erio Boldrini, però, non c’è traccia. Si fanno avanti, guardano nelle stanze. «Forse è sceso per le scale mentre salivamo in ascensore...» provano a ragionare. Così, l’ufficiale si affaccia dal balcone per controllare. Erio Boldrini è laggiù. Disteso a terra. La sagoma contornata da una piccola macchia di sangue. Si è buttato. Nei pochi istanti che servono a un ascensore per raggiungere il quarto piano, lui è salito in piedi su una sedia e si è buttato di giù. L’ha fatta finita. L’ufficiale giudiziario grida, chiede aiuto. Corre in cortile. Intanto, viene composto il 118. Pochi istanti dopo, sul posto arrivano l’ambulanza e l’automedica. Ma è tutto inutile. Il cuore di Erio Boldrini ha già cessato di battere. E il suo corpo adagiato sul selciato viene coperto con un telo bianco. In via Fratelli Rosseli, rapidamente, arrivano i carabinieri del Nucle Radiomobile. Raccolgono testimonianze, chiedono circostanze. L’ALLARME. «Ormai è una situazione sempre più disperata, con tanta gente che non riesce più a pagare gli affitti e gli sfratti sono tantissimi...» dichiara la dottoressa Caterina Galdino, responsabile dell’Ufficio Notifiche Esecuzioni e Protesti (Unep) accorsa sul posto a fianco dell’ufficiale giudiziario non appena appresa la notizia. «Ma con il signor Boldrini non ce l’aspettavamo – confida – In questi casi, dopo che lo sfratto diventa esecutivo e viene notificato, non lo eseguiamo al primo accesso. Prima, valutiamo la situazione e c’è sempre un rinvio di un mese per vedere se è necessario attivare i servizi, se la persona ha altre sistemazioni. E sono possibili altri rinvii in caso di bisogno. Ma in questo caso, ci aveva detto che aveva trovato una sistemazione. Sembrava una situazione tranquilla. Tanto che non è stato necessario intervenire con la forza pubblica, come purtroppo in altri casi avviene». I carabinieri durante gli accertamenti trovano un biglietto. E’ appoggiato al tavolo della cucina. Poche righe, scritte su un foglio bianco. Per spiegare il suo ultimo gesto alle figlie. Per dare conto dell’estrema decisione di un uomo solo di fronte alla perdita del suo ultimo punto di riferimento: la casa. E per scusarsi. Il corpo senza vita viene trasferito all’obitorio di Coviolo. Il magistrato di turno, Valentina Salvi, dovrà decidere se chiedere ulteriori accertamenti medico legali. Più probabilmente, già oggi libererà la salma e la metterà a disposizione dei familiari. Per l’ultimo saluto a un uomo che ha chiuso così i conti con la vita. IL VICE SINDACO. E mentre il suo sangue viene lavato via dal selciato con acqua e disinfettante, la sensazione di tutti è quella di un’amara sconfitta. «E’ una tragedia che scuote profondamente l’Amministrazione comunale. Non è sufficiente esprimere alla famiglia il cordoglio di noi tutti» sono le parole del vice sindaco, Matteo Sassi. «Bisogna dire a chiare lettere che il diritto di proprietà non può valere più della vita di una persona. L’Amministrazione comunale sarà impegnata, fin dai prossimi giorni, a potenziare le politiche di sostegno alle famiglie in condizione di emergenza abitativa. Ho contattato il presidente del Tribunale, il dottor Francesco Caruso, e ho concordato con lui la necessità d’istituire immediatamente un tavolo di confronto interistituzionale che monitori l’esecuzione degli sfratti per morosità e individui ogni azione possibile per governare una questione sociale, che non può essere lasciata – conclude – alla mera applicazione di norme a tutela della proprietà». ©RIPRODUZIONE RISERVATA 24 giugno 2014
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